Non si conoscono approfonditamente le conseguenze sullo sviluppo dei bambini che hanno passato la prima parte della loro vita in carcere, così come non si conoscono quelle dei bambini e degli adolescenti che sono stati separati dal proprio genitore detenuto o, nei casi più drammatici, da entrambi. Sono stati però fatti degli studi approfonditi che hanno portato a ritenere che la profonda sofferenza che accompagna i bambini che vivono questo tipo di esperienza presenta dei rischi da non sottovalutare. L’autrice Renè Spitz diceva che "bambini senza amore diventano adulti pieni di odio", sostenendo che per i bambini che hanno subito l’esperienza del carcere e la successiva separazione dalla madre nei primissimi anni di vita, esiste un rischio di devianza superiore alla "norma": "…l’unica strada che rimane loro aperta è la distruzione dell’ordine sociale di cui sono vittime". Come può un bambino uscire psicologicamente indenne dall’ esperienza della detenzione sua e/o del/i proprio/i genitore/i?
Com’è possibile che la separazione forzata dalle proprie figure di riferimento, a volte resa ancora più drammatica dall’aver assistito all’arresto, non crei delle ferite profonde difficili da rimarginare?
La detenzione comporta deprivazione affettiva, relazionale e sensoriale. La detenzione delimita gli spazi, li chiude, scandisce il tempo in modo rigido e innaturale. Il bambino subisce la rarefazione dei contatti, l’isolamento e al tempo stesso la socializzazione (forzata) con le altre detenute (non sempre la madre dispone di una cella singola). Il bambino, come abbiamo già sottolineato, è privato del rapporto con i coetanei e con le altre figure parentali, soprattutto con la figura paterna; la madre risulta essere l’unico punto di riferimento. Poi arriva (ma ora non dovrebbe arrivare più) la separazione: brusca, inspiegabile, vissuta molto spesso da parte del bambino – incapace di elaborare il cambiamento e attribuire un senso alla nuova situazione – come abbandono, rifiuto della madre che, di colpo, non è più con lui. Tutto ciò non può non compromettere uno sviluppo equilibrato e sereno del bambino. L’abuso compiuto nel silenzio e nell’invisibilità del carcere, comporta problematiche di tipo relazionale e psicologico; molti bambini accusano sintomi psicopatologici come ansia e depressione. Non bisognerebbe mai dimenticare che non solo le violenze fisiche possono lasciare ferite profonde.
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