giovedì 20 giugno 2019

Lo sviluppo del bambino

Non si conoscono approfonditamente le conseguenze sullo sviluppo dei bambini che hanno passato la prima parte della loro vita in carcere, così come non si conoscono quelle dei bambini e degli adolescenti che sono stati separati dal proprio genitore detenuto o, nei casi più drammatici, da entrambi. Sono stati però fatti degli studi approfonditi che hanno portato a ritenere che la profonda sofferenza che accompagna i bambini che vivono questo tipo di esperienza presenta dei rischi da non sottovalutare. L’autrice Renè Spitz diceva che "bambini senza amore diventano adulti pieni di odio", sostenendo che per i bambini che hanno subito l’esperienza del carcere e la successiva separazione dalla madre nei primissimi anni di vita, esiste un rischio di devianza superiore alla "norma": "…l’unica strada che rimane loro aperta è la distruzione dell’ordine sociale di cui sono vittime". Come può un bambino uscire psicologicamente indenne dall’ esperienza della detenzione sua e/o del/i proprio/i genitore/i?

Com’è possibile che la separazione forzata dalle proprie figure di riferimento, a volte resa ancora più drammatica dall’aver assistito all’arresto, non crei delle ferite profonde difficili da rimarginare?

La detenzione comporta deprivazione affettiva, relazionale e sensoriale. La detenzione delimita gli spazi, li chiude, scandisce il tempo in modo rigido e innaturale. Il bambino subisce la rarefazione dei contatti, l’isolamento e al tempo stesso la socializzazione (forzata) con le altre detenute (non sempre la madre dispone di una cella singola). Il bambino, come abbiamo già sottolineato, è privato del rapporto con i coetanei e con le altre figure parentali, soprattutto con la figura paterna; la madre risulta essere l’unico punto di riferimento. Poi arriva (ma ora non dovrebbe arrivare più) la separazione: brusca, inspiegabile, vissuta molto spesso da parte del bambino – incapace di elaborare il cambiamento e attribuire un senso alla nuova situazione – come abbandono, rifiuto della madre che, di colpo, non è più con lui. Tutto ciò non può non compromettere uno sviluppo equilibrato e sereno del bambino. L’abuso compiuto nel silenzio e nell’invisibilità del carcere, comporta problematiche di tipo relazionale e psicologico; molti bambini accusano sintomi psicopatologici come ansia e depressione. Non bisognerebbe mai dimenticare che non solo le violenze fisiche possono lasciare ferite profonde.

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