giovedì 20 giugno 2019

Nuova ludoteca a Bollate


Tavolini colorati, giocattoli, scivoli e dondoli. E, alle pareti, paesaggi di giardini e oceani incantati, dove giocano cuccioli sorridenti. Per rendere più sereno l’incontro fra i piccoli e i genitori detenuti, la sala colloqui per i bambini del carcere di Bollate ha cambiato completamente volto, trasformandosi in una ludoteca. Il nuovo spazio - chiamato «Liberi di giocare» - è stato inaugurato martedì mattina ed è il risultato di un restyling della vecchia sala colloqui. La ristrutturazione, donata dalla multinazionale francese Sopra Steria, che ha sede a Assago, ha permesso anche l’aggiunta di una sala, che prima era usata come ripostiglio: in totale, la nuova ludoteca adesso è vasta 300 metri quadrati.



A Bollate sono ospitati circa 1500 detenuti: questo comporta che sono circa 300 i bambini, da 0 a 14 anni, che ogni settimana visitano i genitori in carcere. Il picco è nelle giornate di mercoledì e sabato, quando lo spazio è affollato di 70-80 ragazzini. E il penitenziario di Bollate, all’avanguardia nei progetti per l’inclusione, sta programmando di estendere l’orario di visita il venerdì fino alle 20, dato che la maggior parte degli alunni delle elementari finisce le lezioni alle 16.30. Inoltre, in giugno ci sarà anche una giornata dedicata alle pagelle.

«È importante che i detenuti si sentano parte della comunità esterna, mantenendo il ruolo di padri e madri, mariti e mogli. Per questo abbiamo sempre avuto la massima attenzione per l’accoglienza delle famiglie», ha spiegato il direttore della casa circondariale, Cosima Buccoliero, che ha ricordato anche l’innovativo asilo nido del carcere, che accoglie tre bimbi che vivono a Bollate insieme alle madri detenute, nonché i figli degli agenti in servizio e altri piccoli, residenti a Bollate e dintorni. Alla sistemazione dei locali hanno lavorato, fianco a fianco, per dieci giorni, diciotto dipendenti della multinazionale - tra cui l’ad Stefania Pompili - e quattro detenuti.

I murales sono stati dipinti dall’artista Silvio Irilli, fondatore del movimento «Ospedali dipinti». All’inizio la multinazionale Sopra Steria, che si occupa di trasformazione digitale, voleva proporre al carcere corsi di informatica per le detenute, ma è risultato impossibile per la loro media di scolarizzazione troppo bassa. Da qui l’idea di rinnovare la ludoteca. «Personalmente ho vissuto un’esperienza fantastica. Siamo orgogliosi di aver contribuito a un progetto per i più piccoli, che sono la risorsa primaria del nostro futuro, e di aver lavorato fianco a fianco con gli operatori e gli ospiti della Casa Penitenziaria», ha detto Pompili. «Pari opportunità significa anche questo: garantire il diritto ai figli di frequentare i loro genitori in maniera stabile», ha sottolineato, infine, l’assessore regionale alle politiche per la famiglia Silvia Piani, presente alla cerimonia insieme a Giovanna di Rosa, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano.
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Report di un fotografo di bambini che vivono in carcere

https://www.vanityfair.it/news/diritti/2018/09/19/quei-60-bambini-che-vivono-in-carcere-in-italia

In questo link troverete un report di un fotografo che ha svolto un servizio fotografico con dei bambini che vivono nelle cerceri.

Lo sviluppo del bambino

Non si conoscono approfonditamente le conseguenze sullo sviluppo dei bambini che hanno passato la prima parte della loro vita in carcere, così come non si conoscono quelle dei bambini e degli adolescenti che sono stati separati dal proprio genitore detenuto o, nei casi più drammatici, da entrambi. Sono stati però fatti degli studi approfonditi che hanno portato a ritenere che la profonda sofferenza che accompagna i bambini che vivono questo tipo di esperienza presenta dei rischi da non sottovalutare. L’autrice Renè Spitz diceva che "bambini senza amore diventano adulti pieni di odio", sostenendo che per i bambini che hanno subito l’esperienza del carcere e la successiva separazione dalla madre nei primissimi anni di vita, esiste un rischio di devianza superiore alla "norma": "…l’unica strada che rimane loro aperta è la distruzione dell’ordine sociale di cui sono vittime". Come può un bambino uscire psicologicamente indenne dall’ esperienza della detenzione sua e/o del/i proprio/i genitore/i?

Com’è possibile che la separazione forzata dalle proprie figure di riferimento, a volte resa ancora più drammatica dall’aver assistito all’arresto, non crei delle ferite profonde difficili da rimarginare?

La detenzione comporta deprivazione affettiva, relazionale e sensoriale. La detenzione delimita gli spazi, li chiude, scandisce il tempo in modo rigido e innaturale. Il bambino subisce la rarefazione dei contatti, l’isolamento e al tempo stesso la socializzazione (forzata) con le altre detenute (non sempre la madre dispone di una cella singola). Il bambino, come abbiamo già sottolineato, è privato del rapporto con i coetanei e con le altre figure parentali, soprattutto con la figura paterna; la madre risulta essere l’unico punto di riferimento. Poi arriva (ma ora non dovrebbe arrivare più) la separazione: brusca, inspiegabile, vissuta molto spesso da parte del bambino – incapace di elaborare il cambiamento e attribuire un senso alla nuova situazione – come abbandono, rifiuto della madre che, di colpo, non è più con lui. Tutto ciò non può non compromettere uno sviluppo equilibrato e sereno del bambino. L’abuso compiuto nel silenzio e nell’invisibilità del carcere, comporta problematiche di tipo relazionale e psicologico; molti bambini accusano sintomi psicopatologici come ansia e depressione. Non bisognerebbe mai dimenticare che non solo le violenze fisiche possono lasciare ferite profonde.

lunedì 17 giugno 2019

Carceri italiane con asili nido annessi

Facendo qualche ricerca sono riuscita a trovare tutte le carceri italiane che hanno un asilo nido al loro interno e sono:
  • Piemonte – Torino “Le Vallette” – Vercelli
  •  Lombardia – Milano – Como
  • Veneto – Venezia (C. Reclusione)
  • Liguria – Genova 
  • Toscana – Firenze Sollicciano
  • Umbria – Perugia
  • Abruzzo – Teramo
  • Lazio – Roma Rebibbia
  • Campania – Avellino
  • Puglia – Bari – Lecce – Foggia
  • Calabria – Castrovillari
  • Sardegna – Sassari
  • Sicilia – Messina

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In tutti questi casi il nido è fornito di un servizio di cucina e, quando possibile, inserito al piano terra vicino a degli spazi verdi in cui i bambini possano giocare.
Per la maggior parte dei casi le donne detenute con un bambino stanno solo attendendo la scarcerazione per aver ottenuto il regime degli arresti domiciliari.
Ciò che sconvolge è che bambini rimangano detenuti all’interno del carcere di fatto privati della completa libertà. Vengono richiusi dalla sera durante tutta la notte fino alle otto di mattina.

domenica 16 giugno 2019

Mamma è in prigione

L'ultimo studio sulla detenzione femminile nelle carceri italiane risale agli anni '90. Dopo oltre un anno di inchiesta, Cristina Scanu ci svela un mondo di confine: dai grandi problemi di una normativa mancante alla mala-prigione. Il 90% delle detenute è madre di uno o più figli. Molte li hanno lasciati fuori dal carcere; altre hanno scelto di tenerli con sé, dal momento che la legge lo consente. Nella sua drammaticità un libro appassionante, un dialogo serrato con le detenute e con chi nelle prigioni lavora (educatori, volontari, direttori, assistenti sociali e agenti di polizia penitenziaria). I racconti delle detenute e di chi vive e lavora a contatto con loro dipingono un quadro sconvolgente delle carceri italiane. Dove bambini crescono accanto a madri frustrate che aggiungono alla sofferenza della pena il dolore di una maternità mutilata. Bimbi costretti a vivere in celle umide e buie, a essere svegliati dal rumore delle chiavi che aprono i cancelli dei blindati, a giocare in un cortile di cemento. Il carcere non è un posto per bambini, vittime di errori che non hanno commesso. Eppure, ogni giorno, molti di loro aprono gli occhi dentro una cella. Sono loro il filo conduttore di questo lavoro.

martedì 11 giugno 2019

Intervista alla dottoressa Salvioni

Buongiorno a tutti, oggi come argomento del giorno voglio trattare di come è la vita dei bambini all'interno delle carceri, di come loro vivono questa situazione particolare sebbene siano molto piccoli.
In questo link trovate un'intervista di una dottoressa che spiega come vivono i bambini, cosa fanno e gli aspetti negativi di questa vita anormale.

dottoressa Salvioni Michela
  https://www.sip.it/2017/10/31/vi-spiego-la-vita-di-un-bambino-in-carcere/